Il censimento di Quirinio fu disposto dal governatore romano Publio Sulpicio Quirinio nelle province di Siria e Giudea nel 6 d.C.[1], quando i possedimenti di Erode Archelao passarono sotto diretta amministrazione romana.
Nel Vangelo secondo Luca (2,1-2[2]) viene nominato un "primo censimento" di Quirinio realizzato "su tutta la terra" dietro ordine dell'imperatore Augusto, in occasione del quale avvenne la nascita di Gesù a Betlemme, al tempo di re Erode (morto probabilmente nel 4 a.C.).
La maggior parte degli storici, laici e cristiani[3], ritiene che l'autore del Vangelo secondo Luca abbia erroneamente retrodatato il censimento del 6 d.C., o spostato la nascita a tale epoca, forse con l'intento di collocare la nascita di Gesù a Betlemme anziché a Nazaret (luogo di residenza di Giuseppe e Maria)[4], mentre una minoranza di studiosi sostiene la possibilità di un censimento in due fasi a distanza di anni l'una dall'altra[5][6].
Alcuni storici cristiani, per armonizzare il censimento di Quirinio attestato da fonti storiche con la narrazione evangelica, sostengono la promulgazione di due censimenti: uno nell'8 a.C., testimoniato dalle stesse res gestae di Augusto, in occasione del quale avvenne la nascita di Gesù; e uno nel 6 d.C. (testimoniato da Giuseppe Flavio).
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Diverse fonti del resto riferiscono proprio intorno a quegli anni la promulgazione e l'esecuzione di più censimenti e non si deve nemmeno tralasciare il fatto che all'epoca tra promulgazione ed esecuzione effettiva potesse passare diverso tempo. In generale va rilevato come gli autori del mondo antico, e Luca tra questi, lavoravano spesso senza poter consultare archivi o registri ufficiali: questa limitazione creava inevitabilmente ampi margini di incertezza per gli studiosi moderni[8].
Alcuni storici, tra cui anche studiosi cristiani[9], ritengono che Luca abbia confuso l'unico censimento storicamente effettuato in quei periodi, quello del 6 d.C., anticipandolo alla nascita di Gesù, durante il regno di Erode il Grande. Ad esempio, la Bibbia di Gerusalemme[10] - nel sottolineare, in merito al censimento, come "la cronologia della nascita di Gesù fornita da Luca non si concilia con quella di Matteo" - rileva come Luca anche negli Atti (At5,37[11]) sottolinei la concomitanza del censimento da lui citato nel Vangelo con la prima rivolta, da esso provocata, di Giuda il Galileo, proprio nel 6 d.C.; anche il "Nuovo Grande Commentario Biblico"[12] fa riferimento al censimento rilevando che "Luca, come dimostra anche in At 5,37, non aveva ricordi chiari circa questo censimento" e Raymond Brown[13] sottolinea, inoltre, che tale narrazione è riportata solo da Luca ed è "basata su confusi ricordi dei censimenti romani" e "dubbia su quasi ogni punto, nonostante gli elaborati tentativi degli studiosi per difendere l'accuratezza lucana".
Per alcuni autori, al di là della questione della data l'avvenimento è da interpretare in chiave teologica: il censimento riguarda tutto l'impero, così anche la nascita di Gesù, che non riguarda solo gli ebrei, ma tutti i popoli dell'impero[14].
^Lc 2,1-2, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
^Cfr ad esempio: Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, ISBN 978-88-10-82031-5; Raymond E. Brown, The Birth of the Messiah, Doubleday, 1993, ISBN 0-385-47202-1.; John Dominic Crossan, Who killed Jesus?, HarperOne, 1995, pp. 16-26, ISBN 978-0-06-061480-5; Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2002, pp. 829, 890, ISBN 88-399-0054-3.
^David Friedrich Strauß, Das Leben Jesu, kritisch bearbaitet, 1835 (rappresenta il primo e sistematico sostenitore della a-storicità di Luca, ampiamente ripreso dagli studiosi successivi);
Emil Schürer, Geschichte des judischen Volks im Zeitalter Jesu Christi, 1886;
Raymond E. Brown, The Birth of the Messiah: A Commentary on the Infancy Narratives in Matthew and Luke, 1977, p. 413 ("this information is dubious on almost every score, despite the elaborate attempts by scholars to defend Lucan accuracy"); p. 554;
W.D. Davies, Ed Parish Sanders, "Jesus from the Jewish point of view", in The Cambridge History of Judaism, vol. 3: "the Early Roman Period", 1984 ("on many points, especially about Jesus' early life, the evangelists were ignorant … they simply did not know, and, guided by rumour, hope or supposition, did the best they could);
Fergus Millar, "Reflections on the trials of Jesus". A Tribute to Geza Vermes: Essays on Jewish and Christian Literature and History (JSOT Suppl. 100), pp. 355-81 ("Only Matthew and Luke take the story back to the birth of Jesus, and do so in wholly different and incompatible ways... Both birth narratives are constructs, one historically plausible [i.e. Matthew], the other wholly impossible [i.e. Luke], and both are designed to reach back to the infancy of Jesus, and to assert his connection to the house of David... and his birth in Bethlehem.");
John P. Meier, A Marginal Jew: Rethinking the Historical Jesus, 1991, v. 1, (tr. it. 2001) p. 205 ("Per conciliare Lc2,1 con i fatti della storia antica vengono escogitati tentativi disperati");
Erich S. Gruen, "The expansion of the empire under Augustus", in The Cambridge ancient history, 1996, Volume 10, p. 157;
James Dunn, Jesus Remembered, 2003, p. 344 ("It is difficult to avoid the conclusion that Luke was mistaken");
Anthony Harvey, A Companion to the New Testament, 2004, p. 221;
Géza Vermes, The Nativity, 2006, p. 96 ("from whatever angle one looks at it, the census referred to by Luke conflicts with historical reality")
^Sul tema delle limitazioni delle fonti nel mondo antico, cfr. E.P. Sanders, Gesù. La verità storica, Mondadori, 1995 (titolo originale "The Historical Figure of Jesus", 1993).